Distribuzione utili SRL ai soci: come funziona?
- Gianmarco Pollice
- 5 nov 2023
- Tempo di lettura: 8 min

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La distribuzione degli utili di una SRL ai soci deve tenere conto di molti fattori. Non c’è, infatti, un solo modo né un metodo migliore in assoluto per “prelevare” gli utili dalla propria società. Tutto varia da caso a caso, in base allo “stato di salute della SRL” e alle esigenze dei soci, dovendo poi considerare attentamente anche i vantaggi e gli svantaggi di ogni soluzione.
Prima di approfondire questo tema, però, bisogna ricordare che la SRL e i soci sono due soggetti distinti e separati. In particolare, i soci imprenditori sono persone fisiche mentre la società a responsabilità limitata è un soggetto giuridico autonomo.
Questo vuol dire che il patrimonio della società e quello dei soci è separato e che questi ultimi non possono effettuare prelievi dagli utili a proprio piacimento semplicemente attingendo dal conto corrente della società. Fare questa cosa comporta importanti rischi sia dal punto di vista fiscale che, in alcuni casi, penale.
Chiarito questo primo punto, non ci resta che andare a vedere quali sono i metodi più noti per dividere gli utili e quali sono gli aspetti positivi e negativi di ognuno.
Prelevare gli utili di una SRL: 4 esempi pratici
Come anticipato, esistono diversi modi per “prelevare gli utili” di una SRL.
Precisiamo subito che l’espressione “prelevare gli utili” viene qui utilizzata in modo atecnico, per indicare in modo semplice e immediato l’attribuzione dei profitti generati dalla società ai soci persone fisiche. Infatti, l’unico metodo che presuppone l’esistenza di un utile vero e proprio da prelevare, inteso nel senso tecnico (civilistico) del termine, è quello dei dividendi.
Gli altri metodi, invece, presuppongono soltanto che la società abbia effettivamente ricchezza (e liquidità) da distribuire ai propri soci grazie all’andamento positivo del business, senza considerare i vincoli civilistici relativi alla distribuzione dell’utile derivante dal bilancio di fine anno.
Ma ora veniamo al sodo. Come possono i soci dividersi gli utili in base alle loro necessità? Vediamo subito 4 esempi pratici.
1. Distribuzione degli utili tramite dividendi
Il metodo più classico (direi quasi “scolastico”) per prelevare gli utili di una SRL è sicuramente la distribuzione dei dividendi. Per dividendi si intende la distribuzione degli utili derivanti dal bilancio di esercizio di fine anno, attribuiti ai soci in base alla loro quota di partecipazione agli utili stabilita dallo statuto della società.
La distribuzione dei dividendi nelle SRL avviene solo su decisione dei soci della società e - come disciplina l’articolo 2478 bis del Codice Civile - gli utili si possono prelevare solo dopo l’approvazione del bilancio (per le srl non sono ammessi acconti sugli utili).
Lo svantaggio principale di questo metodo è che non assicura un'entrata mensile ai soci. I dividendi possono essere infatti prelevati solo in determinati momenti (solitamente l’anno successivo di “maturazione” degli utili), solo se ci sono determinate riserve accantonate e solo se la SRL non evidenzia perdite pregresse del capitale sociale. Il prelievo, quindi, è condizionato da una serie di fattori, alcuni dei quali legati a minuziosi controlli fiscali e contabili.
In breve, bisogna tenere in conto che non si possono distribuire dividendi ai soci se:
il bilancio in cui sono evidenziati gli utili non è stato approvato;
l’impresa non ha prodotto utili oppure ha perdite pregresse che intaccano il capitale sociale;
l’assemblea dei soci non ha deliberato espressamente la distribuzione dei dividendi.
vi sono altri vincoli imposti dalla legge o dallo statuto sociale (come accade, per esempio, per le startup innovative);
Quindi, la prima operazione - e forse anche la più importante da fare nel caso si voglia procedere alla distribuzione dei dividendi - è quella di verificare attentamente che non esista alcun impedimento di legge o statuto sociale, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.
Nel caso in cui non esista alcun impedimento alla distribuzione dei dividendi, bisogna poi seguire una procedura di distribuzione che possiamo riassumere in queste fasi:
Approvazione del verbale di assemblea (che può coincidere con l’approvazione del bilancio, oppure può essere fatta anche in un secondo momento) e trascrizione dello stesso nel libro delle assemblee.
Stampa del verbale in duplice copia (con firme in originale) e apposizione delle marche di bollo da 16 euro ogni quattro facciate.
Entro 20 giorni dalla data della delibera, versamento dell’imposta di registro di 200 euro tramite F24 e registrazione dello stesso presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate attraverso la compilazione del modello 69
Iscrizione del verbale di approvazione del bilancio contestuale alla distribuzione dei dividendi nel registro delle imprese entro 30 giorni dalla delibera
È molto importante ricordarsi che l’importo dei dividendi da versare ai soci persone fisiche non corrisponde al totale deliberato dall'assemblea, poiché la società dovrà procedere a scomputare la ritenuta a titolo d’imposta del 26% e a girarla al fisco per conto dei soci tramite F24. Questo accade perché, come abbiamo già detto, la società e i soci sono due soggetti distinti e autonomi, per cui ognuno deve pagare le proprie tasse.
Se non ti è ancora ben chiaro quante tasse paga una SRL e come funziona il meccanismo puoi approfondire leggendo il mio articolo Quante tasse paga una SRL: guida con esempio pratico.
2. Compenso per amministratore
Un altro metodo per prelevare gli utili di una SRL è quello di prevedere un compenso per i soci che sono anche amministratori. Si tratta di un vero e proprio compenso che l’assemblea dei soci offre a chi gestisce e amministra l’attività.
L’amministratore può essere sia una sola persona che un consiglio composto da più persone e il versamento del compenso può essere determinato sia su base mensile che trimestrale o annuale. Il vantaggio principale di questa modalità è che garantisce un’entrata fissa all’amministratore che riceverà così una busta paga periodica per il lavoro svolto, in cui sono già trattenuti sia gli acconti IRPEF che i contributi INPS. Su questi redditi, l’amministratore potrà inoltre far valere in dichiarazione annuale dei redditi eventuali detrazioni e/o crediti d’imposta similmente a quanto accade per i lavoratori dipendenti con il modello 730 (a differenza dei dividendi per i quali invece c’è solo una ritenuta secca del 26% che non va inserita in dichiarazione).
I vantaggi fiscali non mancano anche per la SRL: questa spesa (compresi i contributi INPS a carico della società) infatti, rappresenta una voce di costo che abbatte il reddito imponibile IRES della SRL. In molti casi la previsione di un compenso amministratore (corredato magari anche dalla previsione di un Trattamento di Fine Mandato) rappresenta in assoluto la migliore scelta per minimizzare il carico fiscale, ma non mancano anche le situazioni in cui le soluzioni migliori sono altre.
3.Rimborso spese per amministratore
Un’altra modalità per prelevare gli utili di una SRL molto interessante da valutare è quella dei rimborsi spesa per l’amministratore. Questo metodo, in realtà, può considerarsi una variante del compenso per l’amministratore, che serve più che altro ad integrare tali entrate. Il vantaggio è importante dal punto di vista fiscale, poiché il più delle volte non prevede - a differenza del compenso amministratore - il pagamento dei contributi previdenziali (INPS) e degli oneri fiscali IRPEF legati alla busta paga.
Di cosa si tratta quindi in concreto? Parliamo di una lista di spese che l’amministratore della società sostiene in un determinato periodo in ragione del suo incarico (e per cui ha quindi diritto al rimborso), oppure di alcune indennità forfettarie giornaliere per le trasferte effettuate. Le spese per cui l'amministratore può avere diritto al rimborso possono essere le più disparate, come ad esempio le spese sostenute per un viaggio di lavoro per vitto, alloggio e/o trasporto. Per ottenere il rimborso, l’amministratore deve fare una lista (nota spese) e documentare ogni esborso con allegati (come fatture e scontrini). Il rimborso di questi costi è conveniente sia per l’amministratore (perché essi non sono soggetti a oneri fiscali e previdenziali) che per la SRL (perché abbattono il reddito imponibile IRES). In caso di indennità di trasferta forfettaria giornaliera, invece, non è necessario conservare alcun documento di spesa, ma si dovrà dimostrare soltanto l'effettività della trasferta per motivi legati al proprio incarico. Non tutti i rimborsi e le indennità sono cumulabili fra loro, ma esistono regole precise previste dalla legge.
Tuttavia, è importante tener presente che non è plausibile che un amministratore vada tutti i giorni dell’anno in trasferta oppure sostenga costi elevati continuamente in ragione del suo incarico. Per questo motivo non è possibile pensare di fare troppo i furbi, poiché in caso di verifica fiscale molti rimborsi potrebbero essere contestati e ripresi a tassazione.
4. Stipendio da lavoro dipendente
Un ultimo modo per prelevare gli utili di una società a responsabilità limitata è assumere alcuni soci come dipendenti della società. Per fare un esempio, se la SRL si occupa di informatica può assumere un socio come sviluppatore e pagargli uno stipendio in base al lavoro prestato, oltre che attribuirgli i benefici derivanti da un rapporto di lavoro subordinato (che sia a tempo determinato o a tempo indeterminato).
I vantaggi sono diversi, e non solo fiscali. Si pensi, ad esempio, a tutte le tutele e i benefici che lo Stato riserva ai lavoratori dipendenti, compresa l’indennità di disoccupazione nel caso di perdita involontaria del posto di lavoro. Tuttavia non è sempre possibile assumere un socio come lavoratore dipendente: su questi temi si sono pronunciati più volte sia l’INPS che la giurisprudenza, mettendo in luce come sia fondamentale la verifica della sussistenza del vincolo di subordinazione tipico dei rapporti di lavoro dipendente.
Per cui non sarà mai possibile per l’amministratore unico farsi assumere dalla sua stessa società perché sarebbe sostanzialmente, allo stesso tempo, sia datore di lavoro che dipendente di se stesso. Discorso diverso vale invece per l’amministratore che faccia parte di un consiglio di amministrazione, oppure per un normale socio lavoratore di una srl pluripersonale, per cui può essere possibile dimostrare l’esistenza di un vincolo di subordinazione.

Prelievo utili SRL: la tassazione influisce sulla scelta?
Va sempre ricordato che SRL e soci pagano le tasse in modi e momenti differenti. La società a responsabilità limitata, infatti, versa le tasse sugli utili d’impresa, mentre i soci versano le imposte nel momento in cui si “appropriano” di detti utili, a prescindere dal metodo che hanno scelto (tranne che per i rimborsi spesa).
Detto questo, credo sia ormai chiaro che ad ogni metodo corrisponde una modalità di tassazione, la quale dipende altresì dalla situazione personale specifica del socio. Tutto ciò influisce molto sulla scelta dei soci su come prelevare gli utili dalla SRL, poiché in certe situazioni la differenza di tasse da pagare può essere davvero importante.
Ricapitolando brevissimamente:
I dividendi sono tassati al 26% in sede di distribuzione, ma bisogna valutare anche il carico fiscale che grava sulla società ed eventuali contributi INPS da pagare da parte dei soci lavoratori;
Il compenso amministratore, nella forma di collaboratore “parasubordinato”, è tassato in maniera simile a quello di un dipendente all’interno della busta paga attraverso le ritenute INPS e l'IRPEF progressiva;
I rimborsi spesa, il più delle volte, sono esenti da tassazione, ma bisogna sapere come combinarli e giustificarli;
Il rapporto di lavoro dipendente, quando possibile, viene tassato tramite ritenute INPS e IRPEF progressiva in busta paga, similmente al compenso amministratore (salvo alcune differenze esistenti tra i due rapporti di lavoro). I vantaggi non sono solo fiscali.
Si tenga infine presente che, molto spesso, a fare la differenza nelle scelte è anche l’inquadramento previdenziale del socio, aspetto che da molti viene visto soltanto come un costo, mentre da altri è considerato un investimento sul proprio futuro pensionistico.
Quale metodo scegliere?
Per valutare il metodo migliore per distribuire gli utili di una SRL - e capire qual è la scelta più conveniente per ciascuna situazione – bisogna prendere in considerazione diversi elementi, tra cui le esigenze dei soci, la tassazione prevista per ogni metodologia e i vari adempimenti da effettuare.
Ogni SRL e ogni socio rappresentano un caso a sé stante e, in base alle differenti situazioni, si può valutare il modo migliore per assegnare gli utili o combinare persino modalità differenti.
Il mio consiglio è quello di capire per bene quali sono le necessità dei soci e quelle dell’azienda, oltre a considerare se esiste un’esigenza di un prelievo ricorrente mensile. Ogni scelta, infatti, comporta considerazioni, tassazioni e adempimenti differenti.
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