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Regime forfettario artigiano o commerciante: tutto quello che devi sapere e ricordare


giovane artigiano nel laboratorio


Indice dei contenuti



Il regime forfettario per artigiano o commerciante è una soluzione fiscale vantaggiosa per molti piccoli imprenditori poiché offre un sistema di tassazione fortemente semplificato e delle aliquote ridotte rispetto a quelle ordinarie, in particolar modo per le nuove attività. 


In questa breve guida, ti illustreremo sinteticamente tutto quello che devi assolutamente sapere e ricordare per gestire al meglio la tua partita IVA senza commettere errori da principianti


Come funziona il regime forfettario

Prima di tutto, cos’è il regime forfettario? Si tratta di un sistema di tassazione estremamente semplice, pensato per piccoli imprenditori individuali e liberi professionisti. In questo regime, le tasse si calcolano applicando una formula specifica che dipende esclusivamente dai ricavi incassati durante l’anno e dal codice ATECO della tua attività. 


Nessuna deduzione (ad eccezione dei contributi previdenziali obbligatori versati) o detrazione analitica: non dovrai conservare scontrini o fatture d’acquisto per calcolare le tue tasse, poiché queste dipenderanno solamente da percentuali di redditività dei tuoi ricavi predeterminate dalla legge in base all’attività che svolgi.


Questo metodo è molto conveniente soprattutto se sostieni pochissimi costi: a prescindere dal fatto che tu faccia o meno delle spese per la tua attività, infatti, la legge ti consente sempre e comunque di “scaricare” dal tuo reddito una certa percentuale di costi forfettariamente predeterminata attraverso le percentuali di redditività dei ricavi.


Un altro grande vantaggio del regime forfettario è che le aliquote d’imposta sono molto più basse rispetto a quelle dell’IRPEF ordinaria. Questo vantaggio è tanto più alto quanto più i tuoi ricavi si avvicinano al limite massimo fissato dalla legge pari a 85.000 euro.


Inoltre, questo regime è molto più semplice rispetto a quello “ordinario” perché non è soggetto alle regole ordinarie dell’IVA (anche se bisogna fare molta attenzione alla gestione delle fatture estere). I contribuenti in regime forfettario, infatti, non pagano l’IVA sulle proprie vendite e non detraggono l’IVA sugli acquisti. 


Infine, ricorda sempre che oltre alle tasse sul reddito dovrai pagare anche i contributi previdenziali per la tua pensione: gli artigiani e i commercianti sono iscritti alla gestione INPS artigiani e commercianti e pagano i contributi fissi e i contributi variabili.



Quali tasse pagano gli artigiani e commercianti in regime forfettario

Ecco una lista delle tasse che dovrai pagare come artigiano o commerciante aderente al regime forfettario. Tienile sempre a mente per non rischiare di rimanere sorpreso dalle scadenze.


  • Imposta sostitutiva regime forfettario: sono le tasse sul reddito personale e si calcolano attraverso delle formule da applicare ai ricavi incassati, le quali possono variare in base al codice ATECO della tua attività. Questa Imposta sostituisce a tutti gli effetti l’IRPEF e le sue addizionali.

  • Contributi INPS: sono i contributi per la tua pensione. Esistono:

    • Contributi fissi minimi da pagare obbligatoriamente ogni anno e che ti coprono fino ad una certa soglia di reddito anche se non fatturi nulla; 

    • Contributi variabili in percentuale ai tuoi guadagni quando oltrepassi la soglia del reddito minimo di circa 17 mila euro.

Ricorda che questi contributi non sono proprio la stessa cosa delle tasse: la previdenza è qualcosa che ti servirà in futuro e che ritornerà nelle tue tasche attraverso la pensione che ti verrà erogata quando smetterai di lavorare. Non considerare questi versamenti solo come un costo, ma anche come un investimento sulla tua vita da pensionato.


  • INAIL: Contributi obbligatori per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali. Questi contributi non sono obbligatori per tutti, per cui informati bene se la tua attività richiede l’iscrizione all’INAIL e qual è la tua classe di rischio e il tuo premio annuale. Per queste cose, in genere è necessario rivolgersi ad un consulente del lavoro.


  • Diritto annuale della Camera di Commercio: è una tassa annuale per l'iscrizione alla Camera di Commercio e dipende da quante unità locali ha la tua impresa. Tutti gli artigiani e commercianti, infatti, sono obbligati ad iscrivere la propria impresa nel registro delle imprese tenuto presso la Camera di Commercio di competenza, per cui sono previsti dei piccoli costi annuali.


  • Imposta di bollo sulle fatture elettroniche: è un importo che si applica virtualmente alle fatture elettroniche che superano 77,47 euro.


  • Tasse sui dipendenti: se l'impresa ha dei dipendenti, dovrai versare le ritenute IRPEF e i contributi previdenziali e assistenziali dovuti sugli stipendi dei lavoratori dipendenti.


Quali sono le scadenze da ricordare per il regime forfettario artigiano o commerciante

  • Imposta sostitutiva regime forfettario: Scadenza 30 giugno e 30 novembre dell’anno successivo a quello di produzione del reddito. Possibilità di breve rateizzazione su richiesta. Esempio: se inizio l’attività nel 2024, pagherò le mie prime tasse entro il 30 giugno e il 30 novembre 2025. In particolare, pagherò saldo e primo acconto entro il 30 giugno, e secondo acconto il 30 novembre.


Non sai cosa sono saldi e acconti? Prova a guardare questo mio breve video





  • Oneri previdenziali fissi (INPS artigiani e commercianti). Scadenze: 16/2, 16/5, 16/8 e 16/11 di ogni anno. I contributi sono fissi e vanno pagati sempre e comunque a prescindere dal reddito. Quelli in misura piena sono pari a circa 1.100 euro a rata, mentre quelli ridotti (richiedibili su istanza) circa 700 euro a rata.


  • Oneri previdenziali INPS variabili (solo per redditi oltre 18 mila euro circa): Scadenze: 30 giugno e 30 novembre dell’anno successivo (insieme all’imposta sostitutiva regime forfettario). Sono pari a circa il 24% del reddito che eccede i 18 mila euro. Possibilità di rateizzazione su richiesta, insieme alle imposte di cui al punto 1. Praticamente, dovrai pagare questi contributi variabili solo se il tuo reddito supera i 18 mila euro e solo sulla differenza tra il tuo reddito e 18 mila euro (e non sull’intero importo).


  • INAIL (artigiani e attività con dipendenti). Scadenze: 16/2 di ogni anno. Anziché pagare in un’unica soluzione è possibile farlo in 4 rate: 16/2, 16/5, 20/8 e 16/11 di ogni anno. L’importo varia dall’attività e va calcolato anno per anno tramite servizio di autoliquidazione da delegare ad un consulente del lavoro.


  • Diritto annuale camera di commercio: 30 giugno di ogni anno. Il primo anno si assolve all’apertura dell’azienda. Il diritto varia in base al numero di unità locali dell’impresa.


  • Imposta di bollo sulle fatture elettroniche: entro il 2° mese successivo ad ogni trimestre. E’ pari a 2 euro per ogni fattura elettronica superiore a 77 euro. Si paga attraverso il servizio di liquidazione telematico presente nella propria area personale dell’agenzia delle entrate, accessibile tramite SPID o delegabile al commercialista. 



  • Se hai dipendenti: entro il 16 esimo giorno successivo ad ogni mese dovrai versare imposte e contributi dovuti sugli stipendi dei dipendenti attraverso l’utilizzo del modello F24 gestito dal consulente del lavoro. 


  • Per edilizia con dipendenti: pagamento della cassa edile entro la fine di ogni mese (da pagare sempre in autonomia tramite bonifico). I calcoli vengono effettuati dallo stesso consulente del lavoro che gestisce i dipendenti.


Come pagare le tasse del regime forfettario artigiano o  commerciante

Le tasse vanno pagate attraverso un modello chiamato F24. Generalmente, gli F24 possono essere pagati autonomamente utilizzando servizi bancari/postali (anche il proprio internet banking) oppure utilizzando i servizi telematici offerti dall'Agenzia delle Entrate. Infine possono essere comodamente pagati anche tramite un intermediario come il commercialista



Per gli F24 che richiedono la compensazioni di crediti, l'uso dei servizi telematici dell'Agenzia delle Entrate o l'assistenza di un professionista diventa obbligatorio. Se vuoi optare per l’assistenza del professionista, ti basterà comunicargli il tuo IBAN italiano e tenere sempre a disposizione i fondi sul conto corrente per il prelievo diretto.


Ad ogni modo, imparare a compilare e pagare in autonomia un F24 online attraverso i servizi dell'Agenzia delle Entrate è un'abilità utile, che permette di risparmiare sui costi del commercialista e di gestire in maniera autonoma i propri pagamenti. 


Cosa succede se paghi le tasse del regime forfettario in ritardo

Pagare le tasse in ritardo in Italia comporta sempre delle conseguenze. Anche un lieve ritardo può innescare l'applicazione di sanzioni che raggiungono il 30% dell'imposta dovuta, oltre agli interessi calcolati sui giorni di ritardo. 


Per mitigare queste sanzioni, i contribuenti possono avvalersi del ravvedimento operoso, che consente di ridurre le sanzioni in base alla tempestività del pagamento. Purtroppo il ravvedimento operoso non si può applicare ai contributi previdenziali e, in ogni caso,  è comunque una procedura che comporta un lavoro aggiuntivo del commercialista, il quale dovrà fare dei calcoli e rigenerare l’F24. Questa procedura potrebbe richiedere dei costi aggiuntivi per compensare il maggior tempo impiegato nella consulenza fiscale. 


Per questi motivi, pagare in ritardo le tasse è sempre sconsigliato. Inoltre, in caso di mancato pagamento, l'Agenzia delle Entrate può inviare un avviso bonario, seguito dalla cartella di pagamento se il debito persiste. Ignorare queste comunicazioni può portare a misure più severe, come azioni cautelari sul patrimonio e/o pignoramenti. Pertanto, è fondamentale pagare le tasse puntualmente e consultare un commercialista per gestire eventuali ritardi in modo efficace.



Cosa devi ricordare assolutamente sul regime forfettario artigiano o commerciante?

I punti seguenti rappresentano un utile riepilogo da utilizzare come promemoria delle cose pratiche per un artigiano in regime forfettario:


  • Il regime forfettario prevede un calcolo delle imposte “forfettario”. Questo vuol dire che non è possibile né dedurre né detrarre alcun tipo di costo in maniera analitica (ad eccezione degli oneri previdenziali obbligatori per legge). L’unica deduzione consentita sarà quella stabilita dalla classe ATECO relativa alla tua attività attraverso la percentuale di redditività dei ricavi incassati. Non è quindi utile conservare scontrini e fatture per spese mediche e altre spese normalmente detraibili.



  • Entro l’ultimo giorno del secondo mese successivo alla chiusura di ogni trimestre devi versare l’imposta di bollo dovuta sulle fatture elettroniche emesse attraverso la procedura all’interno dell’area riservata dell’agenzia delle entrate. Se hai scelto di affidare questo servizio al commercialista, ti verrà automaticamente addebito l’importo alle scadenze di legge


  • Entro il 30 giugno e il 30 novembre dell’anno successivo ad ogni periodo di imposta, dovrai pagare le imposte sul reddito. In particolare, il 30 giugno dovrai pagare il saldo dell’anno precedente e il primo acconto dell’anno in corso, e il 30 novembre il secondo acconto dell’anno in corso La misura annuale dell’acconto si calcola generalmente sulla base del 100% del reddito dell’anno precedente. E’ possibile versare di meno, sotto la propria responsabilità, se si prevede di guadagnare meno nell’anno in corso rispetto all’anno precedente. 


  • Se ricevi delle fatture dall’estero è necessario effettuare una procedura ad hoc per l’assolvimento dell’IVA (reverse charge) ed emettere una specifica fattura elettronica per comunicare l’operazione al fisco (il cosiddetto ESTEROMETRO). Tale fattura va emessa entro il 15 del mese successivo a quello di ricevimento della fattura. Per cui:

    • Se hai affidato tutto al commercialista, ricordati di mettere a disposizione le fatture estere ricevute, entro il 10 del mese successivo alla ricezione

    • Altrimenti, ricordati di emettere l’autofattura per conto tuo tramite il tuo software di fatturazione elettronica.



Infine ricorda:


  • Ciò che fatturi non è ciò che guadagni. Ricordati sempre di accantonare le imposte relative alla tua attività per ogni somma che incassi, altrimenti al momento del versamento ti ritroverai spiazzato. Per sapere quanto accantonare, parla con il commercialista.


  • Segna la data di incasso di ogni fattura, perché per il calcolo delle imposte contano solo quelle incassate entro l’anno.


Se vuoi qualche altro consiglio, cerchi un commercialista per capire se hai i requisiti per accedere al regime forfettario o vuoi capire quale regime fiscale è più conveniente per la tua attività prenota subito la tua prima consulenza.







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